Stasera
Balaustrata di brezza per appoggiare stasera la mia malinconia (Versa, il 2 maggio 1916)
In questo piccolo capolavoro aleggia una profonda e magica evocazione, fatta di impalpabile e sfuggente consistenza. Si respira aria, un flusso d’aria, una brezza che percorre la poesia per colmare un vuoto che è innanzitutto interiore e si riversa all’esterno di una immaginaria balaustrata, messa lì per sorreggerci.
L’elemento surreale che dilaga si incardina in realtà in due connotazioni temporali ripetute, Stasera, secondo uno schema narrativo e descrittivo tipicamente del tempo de L’Allegria, quasi sempre profondamente radicato al momento contingente: hic et nunc. La sera del 2 maggio del ’16, a Versa, il poeta è pervaso da una profonda malinconia, tanto pesante da non sentirsi più in grado di sostenerla. Ma c’è una brezza vivificante alla quale affacciarsi e appoggiarvi questa spossatezza.
Leggendo i tre versi percepiamo veramente il vento scivolarci addosso e andare oltre, portando con sé almeno un po’ delle nostre preoccupazioni e diventa davvero difficile se non impossibile immaginare se il punto di vista narrativo sia interiore o esterno, se il poeta si veda da dentro o piuttosto da fuori, in una prospettiva che si allontana dietro al flusso vento.
Le suggestioni evocate mi ricordano indefinitamente il Magritte surrealista, fatto di vuoti e di pieni, di scomposizioni e di sovrapposizioni, di solitudine e moltiplicazione.
Un po’ come le acque dell’Isonzo, la brezza di Versa accorre a lenire la solitudine del poeta, carezzandolo, sollevandolo, sciogliendolo in una docile fibra dell’universo.
Per approfondimenti: https://wordpress.com/post/ilmontevecchio.travel.blog/1924
Rispondi