Stasera, di Giuseppe Ungaretti

Stasera

Balaustrata di brezza
per appoggiare stasera
la mia malinconia

(Versa, il 2 maggio 1916)

In questo piccolo capolavoro aleggia una profonda e magica evocazione, fatta di impalpabile e sfuggente consistenza. Si respira aria, un flusso d’aria, una brezza che percorre la poesia per colmare un vuoto che è innanzitutto interiore e si riversa all’esterno di una immaginaria balaustrata, messa lì per sorreggerci.

L’elemento surreale che dilaga si incardina in realtà in due connotazioni temporali ripetute, Stasera, secondo uno schema narrativo e descrittivo tipicamente del tempo de L’Allegria, quasi sempre profondamente radicato al momento contingente: hic et nunc. La sera del 2 maggio del ’16, a Versa, il poeta è pervaso da una profonda malinconia, tanto pesante da non sentirsi più in grado di sostenerla. Ma c’è una brezza vivificante alla quale affacciarsi e appoggiarvi questa spossatezza. 

Leggendo i tre versi percepiamo veramente il vento scivolarci addosso e andare oltre, portando con sé almeno un po’ delle nostre preoccupazioni e diventa davvero difficile se non impossibile immaginare se il punto di vista narrativo sia interiore o esterno, se il poeta si veda da dentro o piuttosto da fuori, in una prospettiva che si allontana dietro al flusso vento.

Le suggestioni evocate mi ricordano indefinitamente il Magritte surrealista, fatto di vuoti e di pieni, di scomposizioni e di sovrapposizioni, di solitudine e moltiplicazione.

Un po’ come le acque dell’Isonzo, la brezza di Versa accorre a lenire la solitudine del poeta, carezzandolo, sollevandolo, sciogliendolo in una docile fibra dell’universo.

Per approfondimenti: https://wordpress.com/post/ilmontevecchio.travel.blog/1924



8 risposte a “Stasera, di Giuseppe Ungaretti”

  1. E’ bellissima.
    Quante volte, da soli, ci siamo appoggiati ad una ringhiera, ad un muro, ad un balaustra, e scrutando il nulla abbiamo evocato ricordi?

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    1. E’ vero, qua sono i ricordi o, più in generale, i sentimenti stessi a sostenerci, nel bene e nel male. Cosa può esserci di più vero e più intimo?

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  2. Ti ringrazio molto anche per lo spunto di riflessione su Magritte.

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    1. Grazie di cosa? Piuttosto, ti pare davvero una buona pista?

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      1. Claro que siiiiiiii!
        Considera che purtroppo io non sono andata all’università e non ho nemmeno frequentato un liceo: sono una “perita” … nel senso che la mia cultura è scarsissima! Ovvio che non ci si arrende, che non si finisce mai di imparare e che si cercano spunti e modi di recuperare dove e come possibile.
        Questo per me è una porta, un accesso: mi hai regalato una chiave di lettura diversa, anche visiva, aiutandomi molto a riflettere con una ulteriore descrizione sensoriale.
        Quindi non posso che esserti davvero grata.

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      2. Premessa: al di là di quanto si possa leggere o studiare sui libri, la poesia è una forma d’arte quindi raggiunge o no corde nascoste e diverse in ognuno di noi, chiude o apre finestre nuove. Io non mi stanco mai di ripeterlo ai miei studenti: prima di tutto cercate di vederle, le poesie e lasciate che la poesia lavori dentro di voi. E su questa in particolare, a me è successo come a te, l’ho vista (ma proprio una illuminazione) in relazione al surrealismo, anche se la sua definizione è un pochino più tarda, il che mi sorprende, soprattutto perché il primo Ungaretti è estremamente radicato ai sensi e al tangibile. Magari toppiamo alla grande! Pazienza…

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      3. I tuoi studenti sono davvero MOLTO fortunati!
        Io e toppare siamo praticamente gemelli separati alla nascita, per cui per me è quasi sempre una certezza, ma in questo caso ho soltanto seguito le tue parole, e sinceramente non le trovo sbagliate. Sì: forse si lascia il “tangibile” ma è pur sempre poesia, emozione, e poi c’è l’hic et nunc che ci riporta a Stasera … o sbaglio?

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