Il Monte Vecchio è una cima erbosa che si innalza ripida, sfiorando i 2000 metri, sull’Appennino Tosco-Emiliano; la sua ‘conquista’ costa molta fatica e ore da trascorrere su di un sentiero che sale senza tregua. Andando su (e tornando indietro, si spera) c’è dunque molto tempo per pensare, osservare, curiosare, confrontare e confrontarsi.

Ecco: il Monte Vecchio mi ha ridato lo spunto e l’occasione per dedicarmi a ciò che più amo fare: scrivere. Credo che quanto leggerete qua, chi vorrà farlo, saranno riflessioni del tutto personali, forse noiose e involute, forse poco condivisibili. Mi auguro di no. Anni addietro avrei preso la penna e un altro quaderno tutto per me, o per pochi da riporre infine avanti agli altri, sul terzo scaffale. Oggi i tempi sono cambiati e la carta non si usa quasi più per questi scopi, nemmeno la penna ovviamente. Si va giù di tastiera e di bit.
Chissà se davvero sarà la cosa giusta.
Nel dubbio mi ricorderò di stampare.
“quand’è che si diventa vecchio? ” Quando non scriverai più queste cose. Mai spero.
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