Sulla vetta della Pania di Corfino cresce solo una bassa vegetazione fatta di duri fili d’erba. Il suolo è sassoso e calcareo, con qualche affioramento di rosso amonitico (chiedo scusa ai geologi per queste deduzioni che sono soltanto mie e potrebbero essere errate), a breve distanza del resto c’è il caratteristico borgo di Massa Sassorosso; eppure le sorprese non mancano. Tra le pietre, giusto perché mi sono seduto proprio lì, ho visto un piccolo cesto di una pianticella verde e carnosa, una qualche varietà di Sedum, se non ho capito male. Mi sono fermato a lungo osservandola, cercando di farmi una ragione delle sue ridottissime dimensioni, e con ammirazione per la ricchezza dei dettagli dei suoi fiori minuscoli e stellati.
Ancora una volta la Natura in punta di piedi ci è maestra: con i modi che le sono peculiari ci offre sempre un’opportunità di apprendimento; è un metodo efficace che ci richiede tuttavia attenzione, interesse, capacità.

Lei è come un regista o un capocomico che predispone una scenografia e un copione di massima e a noi fa scegliere il ruolo. Possiamo interpretare i protagonisti, lasciandoci coinvolgere e assaporando tutti i significati dell’opera, oppure possiamo scegliere personaggi via via più marginali o addirittura tirare dritto, a testa bassa, ignorando perfino dell’esistenza del teatro.
Le opportunità che incontriamo ogni giorno per lasciarsi affascinare e stupire sono infinite; basterebbe rallentare di tanto in tanto, fermarsi sui dettagli della nostra vita, per capire come veramente accanto esista un mondo fatto di cose e di persone che cerca, forse spera, di essere ascoltato.
“Fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguire virtute e canoscenza.”
(D. Alighieri, Divina commedia, Inf. XXVI, vv. 119-120)
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