7 agosto, 2025
Oggi ci siamo spostati dalla Val di Rhêmes alla Valsavarencheche abbiamo percorsa tutta, fino all’ultima frazione di Le Pont, località Le Bruil, con destinazione Laghi del Nivolet.
Parcheggiato nel grande piazzale, dal retro dell’hotel Gran Paradiso abbiamo imboccato il sentiero 3, che sale subito all’interno di un fitto bosco, sulla sponda destra della Dora del Nivolet, alla quale ci avviciniamo sempre più via via che saliamo.
Il bosco a tratti appare molto selvaggio e… parlante. Se riusciamo a filtrare il fragore dell’acqua della Dora si avverte un fitto e stranissimo bisbigliare, probabilmente una moltitudine di insetti o piccoli rettili che si muovono tra il fogliame.

Cerchiamo tra le piante di lampone ma i frutti in gran parte non sono ancora maturi.
Il sentiero ci offre una bellissima visuale della cascata e anche sulla preoccupante parete che si avvicina e in effetti, la salita si fa sempre più dura, fino a diventare decisamente impegnativa. Il tracciato si fa estremamente ripido e soprattutto durante la discesa richiederà molta attenzione.

L’ultima parte mi mette un po’ in agitazione: il fondo è lastricato con pietre a controllo e sostenuto da muraglioni a strapiombo che si arrampicano con stretti tornanti: meglio concentrarsi su ciò che c’è davanti senza guardare giù.


Dopo l’ennesima svolta e l’ennesima rampa da salire il sentiero improvvisamente si addolcisce e davanti a noi appare la Croce dell’Arrolley: in meno di due chilometri siamo saliti di oltre 350 metri. A dire il vero la salita non è ancora finita, ma il più è fatto e ci godiamo la vista del Gran Paradiso.

È tempo di ripartire, ci sono altri 6 km da percorrere.
Il paesaggio alle nostre spalle è incombente, fatto di enormi rocce levigate dalla forza di ghiacciai ormai estinti. Il suolo è pianeggiante e acquitrinoso, punteggiato di fiori.
Superiamo in successione diversi sbarramenti di rocce, salendo progressivamente, come superare enormi gradini e intanto a destra e sinistra le pareti rocciose si allontanano.


La valle svolta a sinistra e superato l’ultimo ostacolo, davanti a noi si apre a perdita d’occhio la maestosa Valle del Nivolet. Alla nostra sinistra si erge Cima della Roley (2996 mt) e poi in sequenza Monte Giansiana (3047 mt), Monte de Seyvaz (3074 mt), Punta Violetta (3031 mt) e sullo sfondo Punta Basei, il Grand Cocor e Cima d’Oin, con i loro ghiacciai. È uno scenario che non ci si aspetta. La parete destra è un susseguirsi frastagliato di cime più basse. A un terzo dell’altezza si nota una profonda cicatrice orizzontale, che taglia le montagne per tutta la loro altezza: è quanto rimane di un folle progetto stradale degli anni Settanta che avrebbe collegato il Piemonte alla Valle d’Aosta, passando dalla Valsavarenche per scendere nella Val di Rhêmes. Fortunatamente il progetto fu abbandonato; col tempo la Natura si riapproprierà di ciò che le appartiene. Purtroppo, già lo sappiamo, troveremo i Laghi affollati di auto e di turisti poiché il suddetto progetto non faceva che prolungare una strada inaugurata nel 1931 che arrampicava fin lassù. Oggi, fortunatamente, il numero di accessi giornalieri è limitato, ma pur sempre troppo.






Il sentiero prosegue con una impercettibile pendenza a salire, a farci compagnia una infinità di torrenti che si gettano giù dalle pareti e lo schiamazzo delle marmotte.
Andando su, sopra un masso del sentiero troviamo escrementi che parrebbero proprio di lupo.
Superiamo due alpeggi abbandonati e in rovina: il Grand Collet e il Nivolet, il secondo circondato da mucche al pascolo. Superato poi un altro salto si vede laggiù, davanti a noi, l’ultima barriera, al di sopra della quale troveremo i Laghi.
Infine ecco il primo dei Laghi del Nivolet, il maggiore, ahimè con il suo contorno di auto e autobus lungo la strada che lo fiancheggia; bisogna lavorare d’ingegno per scattare una foto che eviti i parcheggi più o meno indiscriminati. E per fortuna che i veicoli non sono moltissimi.

Cercando di guardare dall’altra parte (e di tapparsi le orecchie per il baccano delle moto che passano), il paesaggio è emozionante, e lo è ancora di più salendo al secondo lago, più piccolo ma più suggestivo, e poi ancora più su, seguendo il sentiero 3C.
Siamo stati fortunati perché la giornata è stata straordinariamente limpida, non c’è un brandello di nuvola e le acque dei laghi ne giovano, riflettendo un blu cobalto che mozza il fiato.


Siamo saliti ancora e ci siamo spinti oltre i laghi per dare una sbirciata sul versante opposto, fino a vedere la maestosa cima della Grande Aguille Rousse (3482 mt) e tutta la cresta di cime al di là della quale c’è la Francia. Purtroppo è tempo di tornare; il sentiero è lo stesso dell’andata, e da quel punto ci aspettano altri 12 km da percorrere… e quella discesa.


Siamo giù, alla fine non è stata così brutta come temevo. È filato tutto liscio e dopo gli ultimi bisbiglii del bosco, siamo alla macchina.
Da Le Pont ai Laghi del Nivolet
Distanza: circa 8 km + il ritorno
Tempo di percorrenza: circa 3 ore all’andata, un po’ meno al ritorno, circa 2,30
Dislivello: 584 mt
Valle d’Aosta, primo giorno
Valle d’Aosta, secondo giorno
Valle d’Aosta, terzo giorno

4 pensieri riguardo “Valle d’Aosta – quarto giorno, Valsavarenche: Laghi di Nivolet”